Wes Craven, The Lazarus Effect e la crisi del cinema horror americano

Prendere a pretesto la morte di Wes Craven per parlare dello stato di salute del cinema horror americano è fin troppo scontato, ma non mi lascio sfuggire questa ghiotta occasione. I budget sono aumentati, gli effetti speciali migliorati incredibilmente, eppure è da qualche anno, ( tranne rarissime eccezioni), che l’horror americano ha perso credibilità e mordente. A parte copiare, riciclare e riproporre, sembrano incapaci di lasciare il segno. Che sia morto Craven mi spiace, ma è solo una coincidenza perché avrei scritto lo stesso, magari non con queste tempistiche. In questi giorni ho potuto recuperare un paio di film già usciti e vederne un terzo. The Lazarus effect, Sinister 2 e Babadook. 2 americani e un australiano. Quale sarà il migliore della terna? Manco a dirlo, Babadook. Non che sia un capolavoro, ma è certamente più riuscito degli altri due. Sinister, il primo, mi era piaciucchiato. Questo secondo è interessante e , di riffa o di raffa, raggiunge la sufficienza. L’effetto Lazzaro, pur contando su attori famosi, produzione americana e l’idea probabilmente più interessante e originale dei tre, è un buco nell’acqua. A parte che , tutti e tre, ricordano o omaggiano, a seconda di come la si voglia vedere, film del passato, The Lazarus effect è proprio brutto. Pur mettendola dentro una bella scatola infiocchettata, una merda resta tale. Fa rabbia vedere sprecata una idea, certamente già utilizzata, ma interessante e dal potenziale pressoché infinito. E la domanda sorge spontanea : dove sono finite le idee? Dove la maestria che ci aveva, mi aveva colpito sin da ragazzino? Halloween , la notte delle streghe, con una giovanissima Jamie Lee Curtis, è costato pochissimo eppure è entrato nella storia dell’horror e nella mia immaginazione di fanciullo. Oggi , se si vuole vedere un film horror di livello, tocca puntare alla Spagna, col grande Balaguerò, alla Francia ( Alta tensione, Martyrs e A l’interieur ), ai paesi orientali come pure all’Australia, ( Wan & Whannell meritano una citazione pure loro). Probabilmente il mio preferito è A tale of two sister, ovviamente rifatto in America come The Uninvited. Non c’è gara, tra originale e copia. Sullo stato di salute del cinema nostrano, preferisco non esprimermi. Il salto è ancor più evidente ed alto. Troppo, per non farsi male.

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