Vorrei scrivere che Quel bravo ragazzo è un bel film perchè Herbert Ballerina, Leone Cosimato, mi è simpatico. Vorrei dire che i circa 80 minuti di durata sono un tempo ben speso, vorrei pure fare sei al superenalotto e incontrare l’amore. Vorrei tante cose… intanto voglio essere sincero. Pur con tutta la buona volontà mi è impossibile dire che questo sia un bel film. L’idea non posso neppure affermare che sia originale. Benigni , per il suo Johnny Stecchino, era il sosia di un boss di cui doveva prendere il posto per morire in sua vece. Qui, molto più semplicemente, Ballerina è il figlio di un boss morente e , per il legame di sangue che li lega, diviene successore e reggente della famiglia. I problemi , visto il candore del soggetto, cominciano subito. Pur con ottimi protagonisti, Tony Sperandeo, Enrico Lo Verso, Ninni Bruschetta, Luigi Maria Burruano, Mario Pupella , il film non decolla per mancanza di idee e originalità. Le battute non fanno ridere, le idee latitano. C’è poco, veramente poco. Maccio Capatonda, nei panni di un prete avido, fa sorridere. Per fortuna , a risollevare il morale di noi maschietti, la presenza della bellissima Daniela Virgilio, Patrizia in Romanzo Criminale, e ho detto tutto. C’è pure Giampaolo Morelli , per le signorine, ma al suo posto poteva esserci chiunque o quasi. A chiudere, una sola scena mi ha fatto ridere, il pranzo di presentazione al ristorante. Lì ho riso veramente. Due minuti scarsi in un film di 80. Fate voi. Da vedere? No.