Mais Forte que o Mundo , film 2016

Il film, basato sulla vita di Josè Aldo, doveva uscire successivamente all’incontro tra Aldo, campione in carica della UFC nella sua categoria, e Conor McGregor. Purtroppo per Aldo, il distributore e pure per il produttore, la cintura cambiò proprietario. E’ uscito nei cinema 5 mesi dopo il lancio previsto, a giugno 2016, ed è apparso, suddiviso in 4 puntate, su Rede Globo a gennaio 2017. Il film è bello, pur con diverse imprecisioni e licenze. La storia di Aldo in realtà è piuttosto differente. Resta cmq un buon film incentrato molto più sull’uomo che sul lottatore. Se poi ci si vuole soffermare sulla realtà dei fatti, le cose, come detto, cambiano. Mais Forte que o Mundo non è un film sulle MMA ma sul conflitto dell’uomo Aldo.  A mio modo di vedere però avrebbero dovuto iniziare a raccontare la sua storia partendo da prima, ovvero da quando Aldo era un ragazzino. Non è che all’improvviso è diventato un campione. Lui studiava, aiutava , per quel che riusciva, il padre muratore, (la madre se ne era già andata via) e faceva sport. Sognava di giocare a calcio nel Flamengo, ( da qui le varie maglie del Club che compaiono nel film), ma iniziò a praticare la Capoeira. Poi , non potendo pagare la palestra, approfittò dell’apertura di una nuova palestra di BJJ. Il Gi , usato, ossia l’abbigliamento per praticare il Brazilian Jiu-Jitsu , a lui e all’amico che lo accompagnava, lo regalò il maestro. Maestro che lo prese sotto la propria ala protettrice ; il ragazzino, pur giovanissimo, era un diamante grezzo. Difatti a 15 anni volò a Rio, per il Mondiale, (si classificò terzo), ed è in quella occasione che vide per la prima volta l’Oceano, come aveva promesso a sua madre. Tre anni dopo i Mondiali li ha vinti, ( cintura Marrone). In seguito è tornato nuovamente a Rio, per restate, e nella palestra, dove già viveva e si allenava il suo amico, dormivano sulla materassina su cui si allenavano di giorno. Non avevano soldi e non potevano far nulla oltre ad allenarsi. Il loro mondo era la palestra. Poi è passato al Vale tudo ed è lì che ha avuto il primo incontro, mostrato anche nel film, durato 18 secondi, contro Mario Bigola.  La palestra, poco dopo, si è trasferita. A quel punto, aiutato da un amico che lo sapeva senza un luogo dove stare, è andato a vivere nella Favela. Col suo amico, il fratello e la loro madre. Molto meno poetico del film. Anche perchè lui , per i delinquenti del luogo, era un estraneo. All’inizio l’ambientamento non fu facile; veniva fermato e controllato. Anche l’incontro con la moglie accadde in maniera differente. Risiedevano a Santo Amaro. Ovviamente la Favela. Con Azevedo perse perchè infortunato. Accettò di combattere per i soldi, sperando di finalizzare nel primo round, cosa che non avvenne. Niente fantasmi seduti in tribuna. Dopo quella sconfitta la carriera subì un forte rallentamento. Per entrare nel giro importante ha dovuto aspettare 2 anni e mezzo e l’occasione con Alexandre Franca Nogueira. Da lì ha preso il via, fino ad oggi. Come Anderson Silva, Aldo è un esempio da tenere sempre vivo in mente e seguire. Entrambi eroi, in un certo senso. Sono persone che partendo dal nulla, dalla miseria,( Aldo capitava che si allenasse senza aver mangiato nulla dal giorno prima), sono arrivati ad essere Campioni nel loro sport. Il film non è male. Come scritto da altri, è un Rocky brasiliano. Ma Rocky è un bel film. La vita di Aldo è stata forse peggiore di quanto visto sullo schermo. Ci sono stati più bassi, ma pure molti più alti. Io lo porto spesso ad esempio, come emblema dell’uomo che, pur avendo tutto contro, è riuscito. E come se c’è riuscito. Da vedere? Si. Nel film c’è un cammeo di Pedro Rizzo.

Di Alfonso Poyart, con José Loreto, Cleo Pires, Jackson Antunes, Rômulo Arantes Neto, Claudia Ohana, Milhem Cortaz, Paloma Bernardi

2 Risposte a “Mais Forte que o Mundo , film 2016”

  1. Sono d’accordo, il film presenta qualche scena, che a mio sommesso avviso avrebbero tranquillamente potuto risparmiarsi, ad esempio la rissa nel locale sembra tratta da un film di Steven Seagal, è semplicemente surreale. Comunque “licenze” a parte il film mi ha appassionato. Grazie per l’articolo!

    1. Ciao Maio. Grazie a te per il commento. Aldo è un fenomeno e rappresenta perfettamente il sogno di chi sale dal basso e arriva, più volte, in cima. Concordo sulla scena nel bar. Anche perchè, nella realtà, la (futura) moglie di Aldo si sarebbe difesa da sola, essendo cmq una professionista pure lei. Si, il film prende molto. Ciao. Un sorriso.

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