Che pesantezza. Un film sul dolore, che va a scavare dentro lo spettatore. Un bellissimo film questo Manchester by the Sea, dal nome della città in cui si svolge gran parte della storia, che però non credo sarà goduto da tutti. Ci sono libri, canzoni, film che non vanno bene per tutte le stagioni. Ad esempio, quando mi sento stonato, se ascolto Tenco la tristezza aumenta in maniera esponenziale. Stessa cosa capita con Luca Flores. Se non sono sereno la sua musica mi scava dentro, procurandomi una sorta di dolore fisico. Questo Manchester by the Sea, grazie all’interpretazione di Kasey Affleck, ( Golden Globe come miglior attore protagonista), di Michelle Williams e alla regia e sceneggiatura di Kenneth Lonergan, va a colpire corde simili. Per cui, se non state attraversando un periodo sereno, magari rimandatene la visione. E’ un film sul dolore che non può essere condiviso, se non in minima parte. Mi è piaciuta molto l’interpretazione di Affleck, ridotta al minimo. Perchè il dolore è dentro e non c’è nulla che possa farlo diminuire e niente funziona come palliativo, se non per un attimo. Poche parole, pochi gesti. All’inizio pare che il protagonista non sia minimante scalfito da eventi che ferirebbero la maggior parte delle persone. Pare un folle, per questo distacco inumano. In seguito, grazie all’utilizzo del flashback, lo spettatore scopre l’inferno in cui il protagonista abita da anni. Un dolore privato, impossibile da dimenticare. Mi ha molto colpito. Come detto è un film pulito, asciutto, che toglie invece di aggiungere. Eppure, forse anche per questo, mi sono commosso in più punti. E’ un film tosto. Bello ma tosto. Un barlume di speranza sul futuro, lo lascia. Da vedere? Si, ma non ogni giorno dell’anno.
Di Kenneth Lonergan, con Kasey Affleck, Michelle Williams, Kyle Chandler, Lucas Edges, Gretchen Mol, Tate Donovan, Kara Hayward, Anna Baryshnikov, Matthew Broderick