Eppure cadiamo felici, Enrico Galiano, libro 2017, Garzanti Libri

Grazie a Garzanti ed ibs, facendo parte del gruppo di lettori in anteprima, ho ricevuto una copia omaggio di questo bel libro. L’ho apprezzato.  A differenza della protagonista, Gioia – Maiunagioia- Spada, quando mi imbatto in un buon libro devo finirlo appena se ne presenta l’occasione. In 5 giorni scarsi iniziato e finito. Le prime cento pagine sono una accelerazione continua, fino ad un primo break, per respirare un attimo e ripartire. Murakami , nel suo ultimo, Il mestiere dello scrittore, lo ha ben spiegato: ogni tanto bisogna calare, far rifiatare il lettore, per poi nuovamente avanzare. Galiano lo fa benissimo. Che dire? Il libro mi è piaciuto. Mi ha entusiasmato. Ho trovato , qua e la, dei rimandi allo stile di altri, ma si tratta di sfumature , come un alito di fumo che alla prima folata di vento si dissolve. Parlerei di omaggi. Galiano si dimostra uno che di libri ne ha letti tanti, son certo per piacere e non per dovere. Per questo un capitolo in cui Gioia appare in alto, solitaria, mentre consegna una lettera al vento, mi ha ricordato un personaggio di Grossman , il capitano di Yani sul Monte , ( L’uomo che corre). Galiano mi fa scomodare pure i grandi. Beh, col suo stile fresco, Eppure cadiamo felici mi è parso un buon libro. Ma buono veramente. Un lavoro che ti resta anche dopo averlo terminato e a cui, ripensandoci, dedichi un sorriso sincero. Non è la mia lettura solita, ma son contento di averla fatta. Lo consiglio.

chi leggerà, capirà:

If you didn’t care what happened to me,
And I didn’t care for you,
We would zig zag our way through the boredom and pain
Occasionally glancing up through the rain.
Wondering which of the buggars to blame
And watching for pigs on the wing.

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