Come un sogno ti cambia la giornata

E’ incredibile constatare quanto potere eserciti ancora su di me. Non ti ho più cercata, nè sono venuto a trovarti, sebbene mi avessi invitato alla inaugurazione, passami il termine, della tua nuova attività. Sono sparito, perchè dopo averci provato, e riprovato e ancora, ho accettato che , seppur per tanti aspetti stiamo bene assieme, per molti altri non marciamo allo stesso passo. La vita non è una marcia, ma se tu vuoi correre e io stare fermo, o vicerversa, non è semplice. Ti ho amata. Ti ho amata tanto. A volte, anzi spesso, più di me stesso. Ti ho messa al primo posto. Poi, lo so da me, non ho sempre un carattere facile, ho i miei spigoli, le mie asperità, i miei angoli bui e le ombre. In fondo a 40 anni uno il carattere lo ha bello che formato. Ma non è questo il motivo per cui sono cui a scrivere parole che leggeranno altri occhi, non certo i  tuoi che neppure ricorderai come ritrovare questa pagina. Questo piccolo blog in cui parlo di cinema, di musica e di arte e praticamente mai dei cazzi miei. Anche a te non piace mostrare i cavoli tuoi in giro, per questo ci eravamo trovati sebbene entrambi non si abbia fb, twitter, instagram, tinder e qualunque altro sito più o meno famoso e di successo. Non che non si abbia niente da dire o da mostrare, solo che siamo entrambi riservati e gelosi delle nostre vite. Un anno fa avrei detto nostra, poi ognuno ha preso la sua strada. Ti voglio bene e , per questo, perchè sei pagine incancellabili della mia vita, oggi sono qui a buttare giù pensieri un po’ come viene, senza rileggere. E’ cominciato tutto con il mio non venire da te, a vedere l’inaugurazione. Non che abbia timore di vederti, o forse si. Non sono così forte come appaio a molti. Degli altri me ne sono sempre fregato e non mi importa ciò che dicono o quel che fanno. Se tua, anche un’occhiata , o una parola trattenuta, mi faceva stare bene o male. Sei una delle rare persone cui ho concesso di entrare nel mio mondo vero, quello privato, quello senza trucchi e maschere dietro cui nascondersi. Un  mondo in cui ogni sorrisi è vero e ogni parola è sincera, anche quelle più pesanti. Dove non c’è bisogno di nascondersi, di avere una tana dove andare in letargo, per un minuto o per un anno. Con te le barriere sono cadute. Per questo ti ho amata tanto, perchè potevo essere io. Anche nei difetti. E tu lo stesso. Non ci siamo presi, come tempi, andando ognuno al suo, ma , non mi costa ammetterlo, hai arricchito la mia vita. Ci hai portato dei colori nuovi, delle luci che neppure avevo immaginato. Lampi, bagliori, fortissimi. Per questo, perchè ho ben presente chi sei o cosa hai rappresentato per me, non ti ho voluta più incontrare. Perchè tu mi hai conosciuto veramente e mi hai spinto ad uscire dal guscio , a tirar la testa fuori. E’ stato bello. Sei stata importante, a modo tuo, per certi versi importantissima. Perchè sono qui… perchè ti ho sognata. L’inaugurazione non sono venuto e tu te la sarai legata al dito, un pochino, un piccolo dolore, una delusione. Non so quanto marginale. Giunto il mio compleanno, te ne sei dimenticata. Così io, di rimando, non ti ho fatto gli auguri per Pasqua e tu neppure. Ed arriviamo a stanotte. Che non ci siamo più sentiti, creando una distanza, allargando una frattura basata su stupidaggini, l’ho accettato, o almeno credevo. Poi stanotte eccoti, presenza onirica. Ti stavi per sposare e io, per non disturbare, cercavo di allontanarmi. Purtroppo il futuro sposo, avvisato, mi aggrediva, verbalmente. Io cercavo di spiegare, continuando ad allontanarmi. Non volevo che mi vedessi ma, non ricordo più neppure chi, una delle tue amiche correva ad avvisarti, e arrivavi tu. Non ricordo che mi hai detto ma mi sono svegliato di sobbalzo. Le sei di questa mattina. Un vuoto nello stomaco e un dolore in petto, non mi hanno fatto più dormire. La mortificazione iniziale, poi il sogno è divenuto tale ma la testa ha preso a viaggiare. Pensieri in libertà. Il fatto di essere sllo, senza figli, i nostri anni assieme, le cose belle, quelle meno. A una cosa bella se ne associa sempre una che lo è meno, a volte molto meno. Sono andato in palestra ma tutto scorreva senza un senso. Ogni volta il pensiero tornava a te e agli errori. Le ho prese, perchè non ero più in grado di fare due minuti di sacco concentrandomi e quando siamo passati a fare sparring, le ho prese. Leggere, s’intende. Ma non riuscivo a schivare, a vedere i movimenti, ad anticipare. Non riuscivo a fare un cazzo, e naso, orecchio sinistro, zigomo sinistro e mento ne han fatto le spese, ( poco chiaramente). E’ che proprio non ero lì. Il corpo si, ma la testa da tutt’altra parte. E poi, a metterci il carico, due bambini al seguito del genitore, ( le scuole sono ancora chiuse). Una domanda innocente mi ha svuotato: ma tu ce li hai figli? Ho risposto no. Loro, di rimando, ( la più grande fa la prima elementare): perchè? Mi sono messo a ridere, dopo aver tolto il paradenti, e ho cercato di spiegare per quello che potevo/potevano capire. Non ho incontrato la persona giusta e adesso sono solo. I bambini devono avere due genitori che si vogliono bene. Ci credete che mi volevo mettere a piangere? Lo farei pure ora , se solo ci riuscissi. Il fatto è che pare che abbia disimparato a piangere, per i dolori veri. Per un film o una canzone, invece,ancora sono in grado. Ma che cazzo. E non è solo orgoglio ma mancanza di qualcosa che ho perso per strada. Il resto della mattina è trascorso in traduzioni fatte a cazzo, un pranzo silente e altre parole tedesche che non mi tornano in mente.Così mi sono deciso a scrivere queste righe, perchè avevo bisogno di sfogarmi un attimo. Io ti ho voluto bene e ti ho amata, e mi dispiace essere stato debole certe volte. Ma non sempre sono forte. Anzi, la maggior parte delle volte non lo sono. Io cerco di metterti via e , sebbene di giorno mi riesca, certe volte torni di notte, con una tale prepotenza che un’intera giornata ne  è scombussolata. Avrei voluto altro con te, è vero. Ci credevo veramente e all’inizio mi ci sono messo tutto, completamente. Ora, non lo so neppure io cosa voglio. Di certo non sesso, quello non mi frega. Vorrei, almeno una parte di me, incontrare una persona per cui ne valga la pena, rinunciare ad un film, una lettura, una corsa, una donna su cui investire del tempo insieme. Avevo sperato che fossi tu quella persona, ma non eri tu. Noi non eravamo noi. Peccato. Io vorrei solo essere più sereno e capace di affrontare questa mia debolezza. Alla fine l’amore è la mia più grande debolezza, perchè ci si mostra per quello che si è veramente, perchè l’altro, pur vedendoci, accetta i nostri difetti che per noi sono insormontabili e per lui insignificanti. Inclusione. Un io e te che diventa noi. Un noi che comprende pure un io e te. Non è semplice. Infatti sono solo.

Per ora non rileggo. Lo farò ma questo voleva/doveva essere solo uno sfogo per sentirsi , si spera, meglio. Ti voglio bene, ( se mai mi leggerai/ chissà quando). Mi spiace. Ti auguro serenità e felicità. Le auguro anche a me stesso.

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