Suburra, che delusione

Un film dove ci sono solo cattivi, alla fine annoia e non funziona. Non che per forza debba vincere il bene ma, quanto meno, un barlume di bene deve esserci.  Qua , al contrario, c’è solo male. Il politico, di destra, mignottaro, drogato e corruttibile. L’ex terrorista e affiliato alla banda della Magliana, divenuto boss e garante delle mafie del sud Italia. Il capo zingaro, attorniato dal suo clan. Il figlio della vittima di un cravattaro, ( il boss degli zingari), che pur di salvarsi scende a patti col male, in ogni sua declinazione. L’erede di un appartenente alla Magliana, che ora spadroneggia su Ostia. Attorno a loro si muovono figure prive, o quasi, di morale. Oltre al male c’è la notte e tanta pioggia. Quasi che la Roma magnifica de La grande bellezza, dovesse essere rovesciata. Se quella era simbolo della magnificenza di una Nazione, questa lo è del baratro, del vuoto in cui è caduta. Bellissima scenografia, bellissima colonna sonora che però non pare sempre indicata alle scene. Il film è irreale, nelle scene di violenza, esasperate. Vedendole ci si trova a riflettere quanto esse siano distanti dalla realtà. Conflitto a fuoco in un centro commerciale pieno di gente, per minuti e minuti, senza un intervento esterno. Senza polizia. Mai. La vittima dell’agguato, quasi esangue, viene caricato su di un suv che sgomma via; il mattino dopo, il tizio è già in piedi, pronto a continuare gli affari suoi e del gruppo criminale. Ci sono i vigili, alla fine del film , e un nucleo sommozzatori dei Carabinieri, a recuperare un corpo. Si spara, accoltella, si ammazza, di giorno e di notte, per strada e al chiuso, senza che ci sia l’ombra di una divisa, nè durante , nè dopo. Tra l’altro, sebbene Roma ha attraversato un periodo difficile, con decine di omicidi negli anni a cavallo del 2010, quanto si vede eccede la realtà dei fatti. L’uomo sbranato dal cane, con la telecamera che indugia, la musica sotto e la pioggia scrosciante, vorrebbe per caso spingerci a guardare scossi lo schermo? Ma la quotidianità, purtroppo, supera enormemente la finzione. Favino, che generalmente mi piace, qua mi è garbato molto meno. Ad un padre cui viene rapito l’unico figlio, non bastano le parole di un boss per tranquillizzarsi e stop, continuare come se nulla fosse. Ma poi, che cazzo di fine fa ‘sto bambino? Viene riconsegnato, ma non si vede più.  Amendola più che un boss pare un guru:” è stata Roma!” Parla poco e quando lo fa , vaticina. Un novello profeta con la pistola. Mah. Che poi, pure qua.  Spoiler- Spoiler – Spoiler. Muore , assassinato dalla tossica, dopo che lui e suoi scagnozzi hanno sterminato il fidanzato della tipa e gli altri componenti del sodalizio criminale Se ne hai ammazzati 10, farai pure 11, o no? Perchè dei killer spietati, che contrallano la Capitale da decenni, dovrebbero lasciare in vita una tizia che sa tutto di loro e che, per giunta, va in giro a farsi giustizia da sola? Difatti, anche per questo, gli ultimi 10 minuti del film sono scontati. Su The Pusher, la morte di Daniel Craig è inaspettata. Qua attendi solo che la tipa esca dall’ombra per compiere la sua vendetta. Ma poi, a chiudere, se il malaffare sulla città, è controllato anche dalla politica, perchè gli unici a sporcarsi le mani sono gli onorevoli di centro destra? Comune, provincia, regione, nazione, un cazzo. Fa tutto uno sparuto gruppetto di (dis) onorevoli di destra. Me cojoni. Di sinistra il popolo accorso a festeggiare la caduta del Governo. Alla fine è un film con infinite potenzialità, in gran parte andate sprecate. Curiosità: Greta Scarano, già vista in Senza nessuna pietà e Romanzo Criminale – La serie, può fare solo la tossica/mignotta? E’ un po’ sprecata.

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