Quello sguardo

Oggi, mentre ero a passeggiare in una strada che si dipana in mezzo alla campagna, è passata un’auto . Ho avuto il tempo di guardare nell’abitacolo, dato che veniva verso di me e quel tratto era in ombra. Alla guida un ragazzo, concentrato sulla strada. Al suo fianco una ragazza, immagino la sua compagna. Come fossero fatti non ha importanza. Quel che mi ha colpito, in quei pochissimi secondi, è stato lo sguardo di lei. Osservava il suo innamorato con gli occhi dell’amore. Avete presente quello sguardo che uno si aspetta che, da un momento all’altro, escano dalle pupille cuoricini colorati? Ecco, proprio quello. Bellissimo. Peccato poi duri così poco, mesi se non adirittura settimane. Un po’, mentalmente, me la sono presa col ragazzo; troppo concentrato alla guida si perdeva tutto lo spettacolo di lei tanto innamorata e luminosa. E già. Quello sguardo mi ha riportato alle volte in cui pure io ne ero motivo e destinatario. E’ bello essere amati, soprattutto se è per i motivi giusti. Poi, come tutte le cose, se non termina cmq muta. Ma quel cibarsi dell’immagine dell’altro, colmarsi della sua voce e della sua presenza, è una delle cose più belle.  E’ bello pure da vedere negli altri, non essendone destinario, figuarsi il viverlo. Per spoetizzare, è quel periodo in cui pure se ti scappa un peto e ti becca a farlo, sei un fenomeno perchè non ha odore o addirittura profuma ed ha un bel suono divertente, tipo che Dante dovrebbe scriverci un “Ed elli avea del cul fatto trombetta.” 2 , la vendetta. Che poi, alla fine, la maggior parte delle volte da angeli diveniamo dei diavolacci male in arnese. Viva Dante, viva gli innamorati ma viva pure la singletudine, ‘ch’è meglio stare soli che male accompagnati. L’accostamento Inferno dantesco / Amore è solo per l’utilizzo del peto. Credici.

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