GSP e Marco

Ieri si è ufficialmente ritirato GSP, al secolo George St-Pierre. Quello che dovevo scrivere su di lui, a livello sportivo, è possibile leggerlo a corredo di un articolo specifico su Grappling Italia. Da amante, nonchè praticante, è stato uno dei più grandi atleti che ho potuto ammirare negli ultimi 12/13 anni. Per certi aspetti, il migliore. Il mio preferito, non è un segreto, per moltissimo tempo è stato Silva ma lui, purtroppo, non solo non ha saputo cogliere il momento ideale per il ritiro ma è finito invischiato nel doping. Per questi motivi, anche se sportivamente probabilmente è stato il più grande, non può essere considerato il numero uno. Farei/farò il medesimo discorso per Jones, anche continuasse a vincere ancora. Uno sportivo deve essere un esempio sempre o almeno provarci. Chiusa questa parentesi etica, la notizia del ritiro di GSP mi ha commosso perchè mi ha fatto tornare in mente, in realtà non c’è giorno in cui non gli dedichi almeno un pensiero, un amico mancato pochi mesi fa. Marco è stato un bravo maestro per tantissimi giovani che si sono avvicinati agli sport da combattimento. Che c’entra St-Pierre? Credo fosse l’inizio del  2012, comperai, per me e Marco, la maglietta con cui la Under Armour omaggiava, in Canada, lo straordinario atleta di casa. Ricordo ancora il giorno in cui, involontari gemelli, la indossammo entrambi in palestra per la prima volta. Non è, quella, l’unica maglia a legarci, la Hayabusa altrimenti avrebbe qualcosa da ridire, ma quello è un ricordo divertente, a tratti bello. The MontReal Deal. Non so perchè, a volte il caso, è una di quelle che ho indossato proprio ieri per allenarmi, ( coi cambi ne faccio fuori almeno 3). Anche se forse dovrei tenerla con più cura, la utilizzo; forse perchè mi riporta bei pensieri, bei ricordi. Quando, poi, ho letto la notizia del ritiro e la seguente conferenza, il cerchio si è chiuso ed ho sorriso e al contempo sono stato triste. La vita va avanti, comunque.

P.S. Non era mia intenzione scrivere un’altra cosa triste ma, a ben vedere, non lo è. Per me è un bel ricordo, di quando scherzavo con un amico e ci prendevamo pure in giro. Amico che, se c’è qualcosa dopo la morte, mi piace immaginare ad allenarsi, lottare, sudare e divertirsi, ancora e ancora e sempre.

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