Francesco Nuti , pensieri sparsi

Anche ieri alla radio c’era il gioco  per cui, da poche note suonate in diretta, bisogna indovinare la canzone prescelta. Per renderlo un po’ più difficile, partono con poche note non particolarmente legate allo spartito per poi aumentare strumenti e attinenza. Solitamente ci becco abbastanza, diversi premi vinti sono lì a dimostrarlo. Però ieri la mente ha preso una via del tutto inaspettata. Dopo poche istanti in testa ho sentito Francesco Nuti cantare Puppe a pera. Non era la canzone corretta, ma mi si è aperto un mondo di ricordi ed emozioni. Io Nuti, Francesco, l’ho amato ed amo tuttora. Mi emoziono a parlarne perché, sebbene scrivesse, dirigesse, girasse, creasse, recitasse, già quando io ero piccolo, e quindi non potessi goderne immediatamente, l’ho incontrato , attraverso la sua arte, piuttosto presto nella mia vita.  Una parte di carriera l’ho seguita in diretta , la precedente recuperando pian pianino. Cosa mi ha legato a lui, da principio? Il fatto che facesse ridere e  giocasse a biliardo. Giocare a biliardo è una delle poche attività che mi ha insegnato direttamente mio padre, che abbiamo condiviso,  in cui ha perso tempo con me, per me.  Forse è pure per questo che, senza falsa modestia, ero divenuto, verso i vent’anni, anche un discreto giocatore. Perché mi ci impegnavo,  da bravo figlio. Peccato che le occasioni per giocare assieme non ci siano più state.  Subito dopo avermi insegnato i primi rudimenti, le basi, non abbiamo più condiviso il panno verde. Io comunque non ho perso alcuna occasione e , appena ho potuto,  ho preso a giocarci sempre, quotidianamente.  5 birilli, con poche puntate sulla Goriziana. Zito era il mio mito. Il biliardo è magnifico e il fatto che Nuti avesse, centrale nei suoi film, questo gioco, me lo faceva sentire prossimo. Condividevamo la medesima passione. Io ragazzino, lui già adulto. E poi le risate. Il primo film visto al cinema, col mio amico Alessandro, è stato Caruso Pascoski di padre polacco. Quanto abbiamo riso, entrambi ; una volta a casa ripetemmo le battute, le scene, soprattutto quelle legate alla pistola vera, falsa e all’incontro nei bagni del cinema.  Siamo andati avanti settimane, per alcune addirittura  mesi. Non è che Nuti facesse solo ridere, faceva anche ridere. Rivedendoli, i film, da adulto, vi ho trovato una vena di tristezza, di malinconia, di solitudine e altro ancora. Non c’è luce senza buio e viceversa. Amici miei , ad esempio, è meraviglioso, restando ai film con ambientazione Toscana, perché fa ridere e piangere, ti eleva e ti schiaccia. Francesco era capace della medesima intensità. Ridere e farti sentire svuotato. Concedetemi l’errore in italiano ma a me mi manca. Sento una mancanza anche cinematografica, non solo ma anche .  Gli ultimi suoi film non son stati capolavori, purtroppo. OcchioPinocchio è stato l’ultimo film, se non erro, in cui ha collaborato Veronesi. Forse l’ispirazione era venuta un po’ a mancare. Non saprei. So che però mi piacerebbe trovare altri film di Nuti, che non ho visto. Mi piacerebbe , soprattutto, poter andare al cinema per un suo nuovo film. Sarebbe bello. Bellissimo. Magari ! Alla fine ieri mi sono messo a sentire sue canzoni. Su tutte Sarà per te, quanto è bella. Prima di chiudere, se mi chiedessero se c’è una scena, su tutte, che sceglierei, forse sceglierei, da Madonna che silenzio c’è stasera , l’incontro scontro tra Francesco, Francesco Nuti, e il barista Chiaramonti, il magnifico Novello Novelli. Questa:

Francesco , (Nuti) : Madonna che silenzio c’è stasera. Madonna che silenzio c’è stasera. Guarda, c’è un silenzio stasera. Madonna che silenzio c’è stasera. Guarda, zit zi zi zi zi zi zit zi, Madonna che silenzio c’è stasera. Guarda, un c’era mai stato un silenzio come stasera. Zit zi zi. Muuadonna che silenzio c’è stasera. Io veramente non ho mai avuto paura del silenzio, ma stasera c’è un silenzio. Un c’era mica mai stato un silenzio come stasera,  perché questo un’è uno di quei silenzi che uno dice, Madonna che silenzio c’è stasera. No, no, questo è uno di quei silenzi che uno dice, Muuadonna che silenzio c’è stasera.… Ma lo sai se un indiano sente un silenzio come stasera, oh tu lo sai gli indiani vivan nel silenzio

Chiaramonti: Che vuoi provare?

Francesco:  Ovvai, si prova: allora ni bar non c’è nessuno, e c’è silenzio. Io entro. Io entro e sto zitto. E vengo al banco. E mi metto davanti ai Chiaramonti.  E sto zitto. Che tu mi dirai vuoi qualche cosa? E io zitto. Tu mi dirai vuole un caffè? E io sempre zitto. Te icché tu ffai?

Chiaramonti : Eh, io siccome chi tace acconsente pijo e ti fò iccaffè.

Francesco : No chi tace sta zitto

Chiaramonti: Chi tace acconsente

Francesco :  No Chiaramonti, chi tace sta zitto

Chiaramonti: Chi tace acconsente

Francesco: Chi tace sta zitto Chiaramonti

Chiaramonti: Chi tace acconsente

Francesco: Da quando?

Chiaramonti: Da sempre!

Francesco: Da oggi!

Chiaramonti: Da sempre! Chi tace acconsente

Assieme: no chi ta…chi ta…Chi tace sta zitto. No chi tace acconsente, ( il telefono del bar squilla)

Chiaramonti: Zitto! ( parlando del telefono) Voglian te, vai.

Francesco :  Chi tace sta zitto. (Risponde),  Pronto!…No, no non torno mamma , Non torno a ca.., non torno a casa , non torno più, non torno manco a dormire. No, non torno più. Lasciamoci così, senza rancore. Come, chi è rancore? E’ un modo di dire , lasciamoci. No, non torno più. Ciao . No, non mi chiamo Lassie. Ciao.

( il bar chiude) Davanti alla serranda

Francesco: Comunque Chiaramonti chi tace sta zitto

Chiaramonti: No, chi tace acconsente

Francesco : Ci si vede domattina.

Chiaramonti: Si, così si finisce il discorso

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