The hateful eight , Quentin Tarantino

Bello, bello, bello, bello, bello. Mi è piaciuto tutto. Ovviamente l’ho visto in lingua originale e l’ho trovato fantastico. Hanno scritto che è un film politico ed è vero. E’ violento, violentissimo, ed è vero pure questo. Parte piano e poi, pian piano, aumenta. I protagonisti sono, ognuno a modo suo, tutti violenti. I buoni si intravedono, per qualche minuto, in un flashback che va a spiegare accadimenti funzionali alla storia. L’unico buono è il conducente della diligenza. Tanto freddo e bianco, come per The Revenant, ma qui i protagonisti sono tutti ben vestiti di pelliccione e stanno, per buona parte del girato, all’interno di una merceria/ stazione di sosta. Anche se ci sono delle fazioni , ognuno difende solo se stesso e, per farlo, non si fa troppi scrupoli nel fidarsi di quello che, fino ad un attimo prima, avrebbe ucciso senza problemi. Di mio, ho visto il buono insito nel finale, ( che non scrivo, perchè il film merita di essere visto). Vince, anche se è un termine eccessivo, considerato appunto il finale, il bene. Eppure vince, perchè il bene trionfa sul male, la giustizia, quella del vecchio west, trionfa sul crimine. il personaggio di Samuel L. Jackson è notevole. Quello che mette in atto per far perdere le staffe al generale, il racconto che narra, accompagnato dalle immagini nella neve, è certamente sopra le righe e molto probabilmente entrerà nell’immaginario collettivo. Così come la spiegazione che fornisce riguardo alla lettera di Abraham Lincoln è quanto mai attuale, col suo bianco ed il corrispettivo nero. Attualissimo. La battuta migliore, quella sul cartello sopra il bancone del bar. Immagino che molti spettatori avranno da ridire, ma non è un film comodo. Tutti i personaggi sono magnifici, pur nella loro negatività. Un manesco Kurt Russel coi baffoni, una irriconoscibile e cattivissima Jennifer Jeson Leigh, Tim Roth, Walton Goggins, ( lo apprezzo sin dai tempi di The Shield), Demien Bichir e il suo accento messicano, Michael Madsen fino a Bruce Derm, che avevo amato molto in Nebraska. C’è pure Channing Tatum, anche se le signorine non credo saranno felicissime della sceneggiatura. Manca Christoph Waltz . Non voglio spoilerare oltre. Dico solo che è un film notevolissimo che si avvale della colonna sonora di Ennio Morricone. Bellissima la scena del piano. Veramente notevole, come tutto il film. Tarantino, anche stavolta, ha fatto un mezzo capolavoro. Doveva essere il sequel, nella sua mente, di Django Unchained. Non c’entra una mazza. Le iene, al contrario, è un film che ritorna in mente. Guardatelo e riguardatelo. Dura tanto ma, alla fine, si vorrebbero altri dieci o venti minuti in più, come minimo.

 

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