The Green Inferno, Woman in gold, Everest

Il film di Eli Roth, The green inferno, mi ha divertito. Trattasi di piacevole cannibal movie, omaggio a Ruggero Deodato. A livello di horror è una mezza ciofeca ma, ad eccezione della bellezza dei luoghi, è talmente brutto da risultare godibile. Si arriva, per l’antipatia dei giovani attivisti americani , a fare il tifo per i cannibali. Per assurdo, sbudellano i giovani, bevendone il sangue e mangiandone le viscere, ma non si vede mezza tetta. Li consumano ma non li spogliano e , se lo fanno, li coprono subito. L’unica scena di nudo, non mostra un cavolo. Il puritanesimo in un film del genere è un po’ da rotfl. Fa sorridere vedere, anche, come le belle anime degli attivisti siano utilizzate dal loro capo, un approfittatore venduto al miglior offerente. Roth riesce pure a far mangiare carne, e che carne, ad una vegana. Sicuramente si è divertito a fare un film del genere. Non c’è denuncia ma critica. A me non è spiaciuto ma, se parliamo di horror, è un pessimo film.

Everest mi ha lasciato interdetto. Bellissimo, a livello visivo, non mi è piaciuto molto il film in sè. Ne avevo sentito parlare talmente bene che, una volta visto, mi è rimasta la delusione dell’aspettativa andata delusa.

Woman in gold. Bello ma non bellissimo. Helen Mirren è brava e quasi irriconoscibile.
La storia mi ha preso molto e la Mirren mi è piaciuta. Una candidatura all’Oscar, come miglior attrice, potrebbe starci.

Dei tre , vince Woman in gold.

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