Nurse Jackie, serie tv

Stavolta è stato il viso di Edie Falco, Carmela Soprano nei Soprano, a farmi decidere di vedere la serie Nurse Jackie. La Falco, nei panni di un’ infermiera tossicodipendente, cinica coi colleghi , bugiarda con le persone che la amano ma dolcissima con i pazienti, è veramente brava. Nelle sette stagioni l’ho amata, odiata, ho fatto il tifo per lei e sperato che fallisse, sognato di rialzasse e che a volte morisse. Non tutte le stagioni girano al massimo e qualche segno di cedimento qua e la è presente, però è funzionale alla storia. Per seguire le salite e discese di Jackie serve tempo. In ogni caso le 80 puntate hanno un ritmo serrato. Da una stagione all’altra a volte passa un giorno, a volte neppure. Come chiude, così riapre. Idem per le puntate che coprono il tempo di un giorno, a volte qualcosa di più, altre volte meno. Mi aspettavo che il salto temporale fosse maggiore. Vediamo crescere le 2 figlie di Jackie e di suo marito in modo naturale. Seguiamo Jackie nella sua quotidianità e puntata dopo puntata scopriamo parti della sua vita, fino ad averne un quadro completo. Che sia una tossica però lo scopriamo subito. Come detto, la Falco è stata veramente bravissima. La prima stagione, che le è valsa un Emmy Award, spacca. Bravi anche gli altri interpreti. Ho amato tanto Zoey, ( Merritt Wever) e Coop , ( Peter Facinelli). Non tutte le puntate riescono col buco, ( ma lei sniffa e ingoia di tutto), ma la serie funziona. Alcuni l’hanno accostata a Dr. House. Dei punti di contatto ci sono, inutile negarlo, ma questa è molto più tetra, scava maggiormente, è più forte. Il finale poi … giustissimo. E non lo spoilero qui

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