Man in the Dark, film 2016

La cosa più affascinante, perchè anche il brutto attira, è l’aver cambiato titolo . In origine questo film si chiamava Don’t Breath, che sarebbe Non respirare, ( sennò lui ti sente). In Italia è diventato Man in the Dark. Funziona, visto che ci sono scene al buio, ma il titolo originale era bello, funzionale e appunto originale. Io sono dell’idea, da sempre, che non bisognerebbe cambiare quasi mai titolo ad un’opera. Altra cosa : questo non è un film Horror. Non ci va manco vicino. E’ un thriller discreto, questo si. Un gruppo di ragazzi, dopo vari furti, cerca di fare il colpo grosso in casa di un veterano. L’uomo, non vedente, è stato risarcito per la morte della figlia in un incidente stradale. L’ex militare vive, in compagnia di un cane, in una villetta isolata. Ovviamente nulla andrà come previsto. Fino a metà film, suppergiù, lo spettatore è portato a tifare per il padre solitario. In seguito accadranno cose che ribalteranno il punto di vista dello spettatore e di conseguenza il suo tifo. Il film è stato prodotto, anche, da Sam Raimi. C’è una scena, con del liquido, che mi ha fatto pensare a lui. Robbetta cmq. Era da molto che volevo vedere questo film e alla fine non dico che sia stato tempo perso ma quasi. Da vedere? Se uno cerca un horror, con un film del genere, scusate la volgarità, ci si sciacqua le palle. Se cerca altro, allora ok. Non è male, ma mi aspettavo altro. Se cerchi il salato e ti servono il dolce, ti adombri.

Di Fede Alvarez con Dylan Minnette, Jane Levy, Stephen Lang, Daniel Zovatto

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