Uno per tutti, film 2015

Uno per tutti, di Mimmo Calopresti, è un film del 2015 che ho visto diverso tempo fa. Ne scrivo solo oggi a causa di Sky e delle festività. Vado a spiegarmi. Con Sky on demand si possono recuperare, tra le altre cose, le serie tv andate in onda. Si spazia dai Soprano fino al Trono di Spade e Gomorra. E quì casca l’asino. Avendo una giornata libera da impegni, (prima, quando eravamo un noi, ogni giorno di festa era un’uscita), mi sono messo a fare zapping su Sky e ho beccato una puntata di Gomorra. Non ne avevo visto manco un minuto. Così ho fatto ripartire la puntata dall’inizio e me la sono vista tutta. Gran prodotto. Inutile dire che ho ripreso la serie dal principio e me la sono vista tutta, a botte di 2/3 puntate al dì. Poi è stata, ed è, la volta del Trono di Spade. Come per Gomorra, Sky manda in onda serie di puntate. Per curiosità ho preso a vederle, sebbene fossero della quinta stagione, e non mi sono mosso da davanti lo schermo finchè non si è fatto troppo tardi. Pure per questa serie, ho ricominciato dalla prima puntata della prima stagione. Mi sta piacendo, sebbene Gomorra sia meglio. Quindi ho lasciato qualche film indietro. Oggi è la volta di Uno per tutti. Non mi è spiaciuto. Giorgio Panariello è un ispettore che arresta il figlio di quello che era, da ragazzo, il suo migliore amico. L’arresto è per omicidio. Questo fatto riporta a galla vecchi ricordi, accuse, sacrifici. L’amicizia, per lungo tempo dimenticata, torna a vivere, assieme agli screzi. Tra lui e l’amico, Fabrizio Ferracane, si inseriscono i vecchi compagni di allora. Isabella Ferrari, madre assente sebbene presente, e Thomas Trabacchi, tornato a Trieste dalla Calabria per l’occasione. A uscirne meglio è il giovane assassino che, in uno slancio di maturità, elevandosi su genitori e amici, accetta le conseguenze del gesto invece di scappare. A stringere Calopresti, che ha portato in scena l’omonimo libro di Gaetano Savatteri, regala una speranza sulle nuove generazioni. Chi è riuscito nella vita e appare realizzato è pronto a sporcarsi le mani, andando contro la legge. L’assassino , per uno slancio di passione, si eleva, accettando di espiare la colpa invece di scappare, come vorrebbero gli adulti. Adulti che, da ragazzini, si erano resi partecipi di un omicidio, sebbene frutto di un gioco infantile. Gli interpreti mi sono piaciuti, non tutti allo stesso modo. Panariello non mi fa impazzire e l’ho trovato piuttosto forzato , pure la Ferrari svampita non la reggo moltissimo. Al contrario ho molto apprezzato l’interpretazione di Ferracane e Trabacchi. Il giovane assassino è un apprezzabile Lorenzo Baroni. Da vedere? E’ un discreto film drammatico. Si può guardare.

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