Estratti dal Diario del capitano Wilm Hosenfeld

Sempre da Il pianista

“In appendice vengono pubblicati, per la prima volta, brani dal diario di Wilm Hosenfeld, un ufficiale della Wehrmacht senza il cui aiuto Szpilman, ebero polacco, non sarebbe sopravvissuto. ” Wolf Biermann

18 gennaio 1942

Chi affronta il nemico? La gente, non il partito. Ora stanno richiamando al servizio militare gli invalidi, mentre si vedono giovani sani e vigorosi, che lavorano negli uffici del partito, nella polizia lontano dal fronte. Perché sono esentati? Si impadroniscono dei beni dei polacchi e degli ebrei per goderseli loro. Ora polacchi e ebrei non hanno nulla da mangiare, vivono in miseria, soffrendo il gelo, senza che i nazionalsocialisti vedano alcunché di male nel portarsi via tutto.

 

Varsavia, 17 aprile 1942

Alcuni polacchi di Zakopane si sono rifiutati di consegnare i loro sci. Le loro case sono state perquisite e duecentoquaranta uomini sono stati mandati ad Auschwitz, il tanto paventato campo di concentramento ad est. Lì la Gestapo tortura a morte le persone. Trascinano i disgraziati nelle celle e li eliminano in tutta fretta gasandoli. Nel corso degli interrogatori, le persone vengono picchiate selvaggiamente. Vi sono speciali celle di tortura. Ad esempio, una in cui le mani e le braccia delle vittime sono legate a un palo, che viene sollevato e al quale la vittima viene lasciata appesa fino a quando non perde i sensi. Oppure viene messa in una cassa dove riesce a stare solo accovacciata e lì viene abbandonata fino a che non perde conoscenza. Quali altre diavolerie hanno escogitato? Quante persone del tutto innocenti sono chiuse nelle loro prigioni? Il cibo scarseggia sempre più di giorno in giorno, la carestia a Varsavia aumenta.

 

Tomaszwow, 26 giugno 1942

Il più grande ideale sulla terra è l’amore fra gli esseri umani

 

Varsavia, 23 luglio 1942

A quanto dicono persone di Lietzmannstadt e di Kutno, gli ebrei – donne, uomini e bambini – vengono avvelenati a bordo di veicoli in cui è immesso del gas, i morti vengono denudati, gettati in fosse comuni  e i loro indumenti mandati a industre tessili per essere rigenerati. Si dice che avvengano scene spaventose. Ora, a quanto riferiscono i rapporti, stanno svuotando allo stesso modo il ghetto di Varsavia, dove si trovano circa quattrocentomila persone, e allo scopo vengono usati battaglioni di poliziotti ucraini e lituani al posto della polizia polacca. Si stenta a credere a cose simili e io mi sforzo di non crederci. Non tanto per la preoccupazione in vista del futuro del nostro Paese, che un giorno dovrà pagare per questi crimini mostruosi, ma perché non riesco a convincermi che Hitler voglia una cosa simile e che esistano tedeschi che diano tali ordini. Se è vero, ci può essere una sola spiegazione: sono persone malate, anormali o pazze.

 

25 luglio 1942

 

Corre voce che questa settimana trentamila ebrei saranno portati via dal ghetto e mandati da qualche parte a est. Nonostante si cerchi di mantenere la segretezza c’è chi sostiene di sapere quello che succederà dopo: nei dintorni di Lublino sono state costruite strutture con stanze che possono essere riscaldate elettricamente con alta corrente elettrica come si procede nei crematori.

Ma questa certamente è follia. Non può essere possibile. Vien da chiedersi perché gli ebrei non si difendano. Il fatto è che molti, sicuramente la maggior parte di loro, sono così debilitati dalla fame e dalle sofferenze, da  non essere in grado di opporre alcuna resistenza.

 

Varsavia, 13 agosto 1942

Non si può fare a meno di continuare a stupirsi di come sia possibile che tra la nostra gente esistano tante canaglie. Criminali e pazzi sono stati forse lasciati uscire dalle prigioni e dai manicomi e mandati qui a comportarsi come cani sanguinari? No. Sono persone di una certa rilevanza, che fan parte dello Stato che hanno insegnato ai loro compatrioti, peraltro innocui, a comportarsi in siffatta maniera. Nell’animo umano si annidano malvagità e brutalità. Se si consente a questi sentimenti di svilupparsi liberamente essi fioriscono, mettono orribili germogli, quel genere di idee atte a convincere la gente che ebrei e polacchi debbano essere assassinati in questo modo.

 

Dopo il 21 agosto 1942

La verità è ovunque sotto pressione. I fatti vengono distorti, stravolti e capovolti. Questo può dare buoni risultati? No, non si può andare avanti così, per il bene della natura umana e per la libertà dello spirito dell’uomo. I bugiardi e quanti distorcono  la verità devono perire ed essere privati del loro potere di governare con la forza. Solo allora potrà esservi spazio per un genere umano più libero e più nobile.

 

6 settembre 1942

Un ufficiale dell’Unità di comando speciale che partecipava al torneo di scherma mi ha raccontato le cose orribili che questa Unità ha fatto nella città di Sielce, un centro amministrativo.

Un giorno gli ebrei furono spinti fuori dal ghetto e trascinati per le strade: uomini, donne, bambini. Parecchi di loro vennero poi  uccisi pubblicamente davanti ai tedeschi e alla popolazione polacca. Le donne vennero lasciate a contorcersi nel loro sangue, abbandonate nel calore estivo, senza che venisse dato loro alcun aiuto. I bambini che avevano cercato di nascondersi  furono scaraventati fuori delle finestre. Poi, tutte quelle migliaia di persone furono portate in un posto vicino alla stazione ferroviaria, dove dei treni avrebbero dovuto tenersi pronti per caricarli. Per tre giorni quei poveretti rimasero lì in attesa, nell’afa estiva, senza cibo e senza acqua. Se qualcuno osava alzarsi veniva immediatamente ucciso e anche questo sotto gli occhi di tutti.  Infine furono portate via duecento persone, stipate in un carro bestiame, appena sufficiente a contenerne quarantadue. Che ne è stato di loro? Nessuno ammetterà mai che lo sapeva, ma la verità non può più essere tenuta nascosta. Aumenta sempre più il numero di persone che riescono a fuggire e che rendono note queste cose terribili.  Quel luogo si chiama Treblinka e si trova nella parte orientale del territorio polacco occupato dai tedeschi. E’ lì che vengono scaricati i carri bestiame ; molte persone sono già morte. L’intero luogo è circondato da muri e i camion vengono fatti entrare per poi essere subito scaricati. I cadaveri sono accatastati accanto ai binari ferroviari. Gli uomini in buone condizioni fisiche vengono costretti a sgombrare montagne di cadaveri, a scavare nuove fosse e a coprirle quando sono piene. Subito dopo vengono uccisi a loro volta.

 

16 giugno 1943

La signora Jait ha lavorato per un anno come domestica per il Servizio segreto.  Vedeva spesso l’orribile modo in cui venivano trattati gli ebrei che lavoravano lì. Erano picchiati selvaggiamente, un ebreo è stato costretto a stare in piedi per una mezza giornata  su un cumulo di carbone, con un freddo spaventoso, senza indumenti addosso. Uno del Servizio segreto , che passava di lì, gli ha sparato.

Questi bruti pensano che in tal modo vinceremo la guerra. Invece l’abbiamo persa con questo spaventoso eccidio di massa degli ebrei. Ci siamo coperti di onta, di un’onta che non potrà mai essere cancellata, è una maledizione dalla quale non ci libereremo mai. Non meritiamo alcuna pietà. Siamo tutti colpevoli.

 

6 luglio 1943

La classe lavoratrice ha sposato la causa nazista, la Chiesa è stata impassibile a guardare, il ceto medio era troppo vile per reagire e lo eravamo anche noi, gli intellettuali di maggior spicco. Abbiamo consentito che si abolissero i sindacati, che venissero soppresse le diverse confessioni religiose, e introdotta la censura nella stampa e nella radio. Da ultimo, ci siamo lasciati trascinare in guerra. Abbiamo accettato che la Germania non avesse una rappresentanza democratica e abbiamo affidato la pseudo rappresentanza a gente che non poteva realmente avere alcun peso. Non si possono tradire impunemente gli ideali e ora noi tutti dobbiamo accettarne le conseguenze.

 

11 agosto 1944

Il Fuhrer sta per promulgare un decreto in base al quale Varsavia dovrà essere rasa al suolo. Già si sta cominciando a farlo.

Se questa notizia è vera allora mi è chiaro che abbiamo perso Varsavia, la Polonia e la guerra stessa. Stiamo rinunciando a un luogo che abbiamo tenuto per cinque anni, lo abbiamo espanso dicendo al mondo che si trattava di confisca di guerra. Qui abbiamo usato metodi mostruosi. Ora non possiamo fare a meno di renderci conto che tutto è andato perduto.

2 Risposte a “Estratti dal Diario del capitano Wilm Hosenfeld”

  1. Grande Hosenfeld.
    Che pulizia nel tuo cuore per riuscire a pensare da uomo, pur circondato da mostri. Dimostri che si può fare, si può restare liberi. Sempre.
    Bonhoeffer è il tuo fratello gemello.

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