David Grossman a Futura

Ieri sera sono salito a Civitanova Alta per poter vedere dal vivo uno dei miei autori preferiti, David Grossman. Il grande scrittore israeliano era ospite al Futura Festival. Valeva la pena affrontare caldo, traffico, difficoltà di parcheggio, salite, interminabili file per bere, mangiare qualcosa , andare al bagno, trovare un posto per sedersi non sul selciato, per colpa delle acide vecchiette che coi vestiti occupano intere file di sedie? Certamente. Chi mi segue da un po’ di tempo, sa benissimo quanto io ami Grossman. Di lui, ad eccezione di Ci sono bambini a zig zag, ho letto tutto. Su C.T.V. ho inserito alcuni estratti dai suoi romanzi, per ultimo Applausi a scena vuota. Un grandissimo lavoro. Eco , stavolta, avrebbe da imparare. Non si esce con un libro tanto per. Comunque voglio parlare di Grossman. Fisicamente, me lo aspettavo più basso. Per il resto, è identico a come lo si vede alla tv. Si è espresso in un inglese piuttosto fluente, coadiuvato dalla traduzione di Paolo Maria Noseda. Nelle vesti di intervistatore, Filippo la Porta. Le domande, lo scrivo sin da subito, non mi sono piaciute tutte, né mi è piaciuta la chiave di lettura data ad Applausi a scena vuota. Per me è , anche, un libro in onore dei genitori, scomparsi, del protagonista. Un libro in cui è prepotentemente presente la morte, reale, immaginata e presunta. Io questa domanda l’avrei fatta. Quanto, quelle pagine, siano personali. E’ che il ricordo è talmente delicato e bello, che lasciarlo passare così, m’è parso un peccato. Certamente un lettore può avere una chiave di lettura totalmente differente rispetto allo scrittore. Lo scrivente ha idee che mette su carta, intuizioni, conflitti. Magari io, per il mio stato d’animo e le esperienze pregresse, trovo nelle pagine altre visioni, un piano di lettura differente. In fondo è anche questo che rende un libro un’opera d’arte. In Italia, come ha perfettamente ricordato La Porta, in troppi scrivono sempre le solite cose. Oserei dire che in Italia scrivono in troppi. Grossman viaggia su di un altro livello. Lui è uno scrittore. Particolarmente interessanti due momenti, tra i tanti. La lettura del libro da parte di Grossman nella sua lingua originale. Coinvolgente ma, almeno per me, indecifrabile. Credo proprio l’autore abbia avuto ragione quando ha sottolineato che , nella piazza in cui si svolgeva l’incontro, letture in ebraico non dovevano essersene svolte spesso. Molto interessante, inoltre , il ricordo di Eliezer Ben Yehuda, appassionato linguista che riportò in vita l’ebraico, come lingua comune e introdusse molte nuove parole, come pomodoro, per i concetti legati alla vita quotidiana. Dall’ebraico classico, al moderno. Una lingua di 4000 anni che permetterebbe a Grossman di comunicare con un ebreo di 2000 anni fa, e di comprendersi al 60%. La stessa percentuale di comprensione che ha quando parla con la figlia.
Si, è parso anche simpatico. Per me potrebbe esserlo anche per nulla e mi andrebbe bene ugualmente. Mi interessano i libri, non la presunta affabilità. In questo sono d’accordo con Murakami Haruki. Conoscere l’autore attraverso la sua arte. Tornando al nostro, la discussione è inevitabilmente scivolata sulla politica e sul rapporto tra Israeliani e Palestinesi. Il suo pensiero è noto. E’ incredibile la sua apertura mentale e la sua voglia di pace, considerando anche il lutto che l’ha colpito. Io trovo Grossman un grande uomo.
Ah. Giusto. Ha parlato del suo rapporto con la lettura. I libri preferiti li rilegge ogni 5/6 anni ed ogni volta ci trova qualcosa di nuovo. ( Questa cosa la trovate solo qui; nessun articolo che parla delle serata la menziona). Libri , autori preferiti? To the Lighthouse, Virginia Woolf ; La morte a Venezia, Thomas Mann ; gli altri mi verranno in mente. Si spera … Grazie all’intervento del gentilissimo Paolo Maria Noseda, posso integrare con I fratelli Karamazov di Dostoevskij e James Joyce.
Per chiudere: a Civitanova sanno realizzare un evento. A parte di un po’ di puzza sotto al naso dei collaboratori più giovani, tutto si è svolto perfettamente. In ogni caso, tolto ‘sto sassolino, ( delle meno giovani occupatrici di posti, ho già detto), tutto è stato fatto a regola d’arte o quasi. C’erano anche, su di un maxischermo alle spalle degli ospiti, un’interprete che traduceva Grossman in LIS e i sottotitoli.
E poi, su tutto, mi hanno fatto vedere Grossman dal vivo !!!
Complimenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *